www.smpte.it |
![]() |
    SMPTE - Sezione Italiana            BOLLETTINO 45                Marzo 2004 |
EDITORIALE Occupiamo interamente questo numero del nostro Bollettino con la sinossi della relazione che un profondo esperto di audio, come e' Federico Savina, ha dedicato all’importante ruolo che il suono continua a giocare nella presentazione di immagini in movimento su grande schermo, ruolo giocato fino ad oggi col cinema "su celluloide" ed ora anche col Cinema Digitale. Argomento di grande interesse, sia nell’ambito del nuovo sistema di restituzione d’immagine adottato dal D-Cinema (argomento di cui sempre più spesso ci stiamo occupando), sia per i notevoli progressi che in questi ultimi anni sono stati conseguiti dalla restituzione sonora multicanale. Federico Savina ha portato in tale relazione la sua lunga esperienza pluridecennale, conseguita servendo la Dolby per molti anni. Egli insegna oggi a Roma alla Scuola Nazionale di Cinema - Centro Sperimentale di Cinematografia e ricopre presso la Sezione Italiana della nostra Associazione SMPTE la carica di Segretario e Tesoriere. Con tale iniziativa - intrapresa già dal numero di gennaio del Bollettino con la relazione di Milt Shefter sulle nuove prospettive per l’archiviazione e la gestione di contenuti digitali e proseguita in quello di febbraio colla relazione di Paola Sunna sulla evoluzione delle tecniche di codifica audiovisiva – intendiamo fornire ai nostri Soci e simpatizzanti un ampio quadro sulle attuali prospettive di sviluppo delle tecnologie audiovisive, quale e' emerso dai convegni che la SMPTE ha organizzato nell’ambito del Forum della IBTS tenutosi a Milano nello scorso mese di novembre. La Sezione Italiana della SMPTE intende con cio' assolvere ad uno dei primari compiti della nostra associazione, quello di sostenere e far progredire gli aspetti tecnici delle arti e delle scienze cinematografica, televisiva, video e multimediale, raccogliendo, coordinando e diffondendone le relative informazioni scientifiche. ATTIVITA’ DELLA SMPTE ITALIAN SECTION Come promesso, proseguiamo nella pubblicazione delle relazioni presentate alla Conferenza Internazionale dedicata al Cinema Digitale che la Sezione Italiana della SMPTE ha organizzato a Milano nell’ambito della passata edizione dell’ IBTS Forum. "IL RUOLO DEL SUONO NELLA PROIEZIONE DIGITALE SU GRANDE SCHERMO" di Federico Savina Luc Besson ebbe a dire che "il suono e' la seconda meta' del film". Il suo compito e' quello di rendere udibile tutto quello che si vede sullo schermo ambientando gli spettatori nel disegno dell’immagine. Per ottenere questo, possiamo fare molto di piu' che far sentire quello che materialmente si vede, e qui sta l’abilita' creativa di chi usa il mezzo sonoro. E la spettacolarita' che si ottiene e' parte dello spettacolo e della magia del cinema (fig.1). Se questa e' la percezione visiva e sonora sul piano orizzontale dello spettatore, oggi si e' in grado di avvolgere lo spettatore nell’ambienza dell’immagine, immergendolo completamente nella emozione visiva ed in quella globale. Il risultato e' che l’immagine visiva gli apparira' in formato ricettivo e impressivo cioe' notevolmente piu' ampia e vera di quanto l’occhio possa vederla (Fig.2). I formati digitali hanno permesso, dal 1992, di raggiungere questo traguardo fornendo un consistente supporto tecnologico. Ci si puo' quindi domandare quale possa essere realmente l’aspettativa sonora del cinema digitale nei riguardo del suono.L’odierna situazione del suono. Facciamo una breve analisi della situazione odierna. Si opera in digitale nella creazione dei suoni, nel montaggio, nel mixage finale, il tutto attraverso una serie di processori e procedure di post-produzione totalmente digitali, inclusa la stampa. Con l’intero processo creativo-realizzativo in dominio digitale, i benefici ottenuti riconducono ad un incredibile livello qualitativo dei dettagli contenuti nella colonna sonora. Nei film abbiamo centinaia di contributi sonori che, assemblati fra loro, costituiscono il suono finale da presentare agli spettatori attraverso i canali di diffusione della sala cinematografica (Fig.3). Questa e' la "capacita' tecnica" qualitativa e dinamica, veramente molto alta con cui si opera oggi sui contenuti sonori. Anche la trasmissione dei contenuti avviene oggi per via digitale rendendo possibile ricreare nella sala cinematografica gli aspetti dinamici e qualitativi creati negli studi di mixage. Per questo esistono alcuni standard che indicano come monitorare in studio, altri che permettono di poter ricreare in sala quanto prodotto in studio: tutto cio' assicura il regista che il suono creato per quell’immagine in fase di mixage in studio, verra' presentato allo spettatore con lo stesso risultato da lui voluto (Fig.4). Percio' tutta la filiera di preparazione deve garantire che quanto il regista pensa (e la sua troupe realizza) nell’ambito del mixage della colonna sonora arrivi correttamente al cinema senza perdere lungo la strada le emozioni e le esperienze che egli ha inteso predisporre. In termini pratici che sia codificato il controllo del livello che sottintende uno standard di monitoraggio dell’ascolto, perche' molte emozioni possono essere alterate se i livelli di ascolto nelle due situazioni non sono uguali. Alterare il livello di ascolto, vuol dire alterare la interpercezione dei suoni componenti. Il dialogo sia sempre presente e intelligibile, che le esplosioni abbiano l’impatto che il regista intende dare, e così via. Quello che si cerca ora di standardizzare e' la risposta della sala: sale differenti hanno acustiche differenti; resa sonora differente; e questo non aiuta certamente quando ci si pone il traguardo di avere le sale uguali allo studio. Necessita quindi uno standard che indichi come la sala cinematografica debba rispondere acusticamente e come compensarla elettronicamente per avere la migliore rispondenza studio-sala a parita' di apparati e sonorita'. L’aggiornamento di questi standard avviene all’incirca ogni venti anni e la salvaguardia del livello tecnologico e' affidata ai consulenti dei formati sonori digitali (coinvolti nelle fasi di mixage, nella masterizzazione, nei processi fotografici di stampa), agli installatori delle sale, ai distributori degli apparati, agli esercenti con lo scopo di avere una corretta visione degli standard da seguire e delle installazioni da installare. Cosa significa il D-Cinema per l’audio. Attualmente a disposizione del suono sulla pellicola vi sono aree molto ristrette (Fig.5), situate per l’analogico in due tracce laterali, ove si deve scendere a compromessi per introdurvi suoni destinati a quattro canali di riproduzione in sala ma che rappresentano al momento ancora la migliore soluzione disponibile per avere un suono analogico surround. Per il suono digitale ci si deve invece accontentare di aree disponibili tra le perforazioni: per raggiungere la migliore qualita' vengono usate tecnologie digitali a riduzione che permettono di avere comunque un buon suono pur nel limitato spazio a disposizione. E’ importante considerare che l’intera catena possa essere la stessa, ma con differenti "media" per i due tipi di suono. Tali attenzioni non sono oggi cambiate, ma sono aumentati i controlli e le garanzie settoriali e globali a difesa del contenuto sonoro. Alcune cose pero' cambieranno: un server permettera' di rimuovere molti limiti di larghezza di banda e di livello oggi imposti sulla copia stampata, assicurando una migliore conservazione e gestione di una quantita' di dati superiore all’attuale. Cio', oltre a voler dire qualita', dinamica e livelli piu' ampi, permettera' per esempio di configurare il D-Cinema con piu' canali di diffusione in sala e di avere piu' versioni disponibili, dando all’esercente la possibilita' di scelta in quale lingua o in quale versione (censura, etc) proiettare il film. Inoltre il sistema di diffusione dovra' essere adatto anche ad altri tipi di spettacoli, come eventi musicali o sportivi che possano coinvolgere l’attivita' della sala e, non ultimo, permettere la diffusione in sala secondo una programmazione modulata in orari, versioni e contenuti (film, trailer, pubblicita', etc). Nei riguardi dei canali di diffusione, abbiamo ora sale cinematografiche a sei, sette, otto, nove canali principali; uno, due, tre canali surround; un canale subwoofer per gli effetti speciali a bassa frequenza. L’incremento dei canali surround potrebbe essere auspicato per aumentare ancora l’effetto avvolgente sullo spettatore in sala. Questo e' quello che si sta facendo in accordo con le industrie, colla SMPTE (Commissione DC28 negli USA) e con l’ECDF (European Cinema Digital Forum) al fine di individuare, insieme ai tecnici creativi delle industrie, le migliori opportunità. Alcuni esempi: al vaglio della Commissione SMPTE vi e' un sistema a 16 canali (sulla esperienza del Digitale Surround EX il cui primo test fu Star Wars, Epysode 1). Un’altra idea e' porre un altoparlante nel soffitto per avere un buon effetto sulla cosiddetta "voce di Dio" o altri effetti simili. Un’altra area di ricerca è il posizionamento di altoparlanti sopra lo schermo per incrementare il senso della realta' filmica. E’ comunque importante che le nuove idee che si andranno a sviluppare siano compatibili con gli impianti gia' esistenti nelle sale cinematografiche, evitando che ….tutti si mettano a fare buchi nel muro per infilarci diffusori. Per quanto riguarda il formato digitale audio applicabile al D-Cinema: si hanno al momento diversi sistemi. Il formato che appare il piu' semplice e' il formato indicato come PCM o Linear Digital Audio. Qualche grado di compressione ma molto semplice. Poi ci sono i formati compressi o i sistemi a riduzione di bit (bit reduction system), simili ai quelli usati nei sistemi digitali televisivi con un solo canale surround o nei DVD. Vi e' poi una nuova generazione di "audio bit ratio production skene" che sta arrivando, conosciuta e indicata come Dolby E (formato "light compression skene") progettata particolarmente per la post-production. E’ un sistema a 4:1 saving sul data rate in grado di distribuire 4 versioni in lingua diversa di un film sul supporto dove prima ne era prevista una sola. Cio' potra' evitare i presenti forti ricarichi di costi di distribuzione. Le valutazioni dell’esperienza Un serrato lavoro, oggi in atto con produzione e distribuzione, consentira' di capire quali sono i requisiti necessari per arrivare, con sistemi semplici ed affidabili, al traguardo di una fedele riproduzione in sala. La lezione che si e' imparata abbastanza presto e' che mastering e trasferimento sono operazioni critiche e che i sistemi digitali di trasporto non hanno ancora quella fattibilita' che 20 anni di esperienza con i vecchi sistemi ci hanno confermato. Ci si prepara quindi attraverso una fase di apprendimento in stretto contatto con studi di mastering, laboratori, distributori ed esercenti al fine di chiarire le implicazioni fino alla sala, mantenendo nello stesso tempo intatto il concetto che quello che il regista ha ascoltato in studio vuole riprodotto in sala. Un’altra lezione appresa e' che va tenuto conto della grande varieta' di formati sonori disponibili: 2 canali stereo, 2 canali codificati surround, Dolby E da video player, Dolby Digital da server, 6 canali discreti in PCM da server, etc. Anche se si sta lavorando strettamente con i Board delle Commissioni SMPTE, ITU e altre, sino ad oggi non vi sono ancora risultati concreti e si si può solo contare su un formato misterioso che dovra' apparire in un futuro. Un’altra importante lezione riguarda la cabina di proiezione. E’ questa un unico luogo di lavoro, molto diverso da una stazione televisiva o una postazione di post-produzione o di server dove la tecnologia digitale e' correntemente usata. I futuri impianti dovranno essere inseriti in locali dove e' purtroppo presente "sporcizia elettronica" causata per esempio dalle potenze in gioco negli alimentatori delle lampade a scarica dei proiettori. E’ infatti molto difficile operare con apparati basati su tecnologie computerizzate in ambienti non predisposti allo scopo. Si sta lavorando con diverse compagnie per valutare questi impatti che non riguardano d’altro canto unicamente solo l’audio. E’ importante ricordare anche che, per arrivare allo sviluppo di un futuro Cinema Digitale, si dovra' coesistere per un certo periodo con i sistema 35mm gia' installati e che quindi si dovra' procedere per gradi non dimenticando l’interfacciamento con gli esistenti automatismi audio oggi installati. Conclusione La lezione finale e' che si dovra' comunque prevedere la proiezione alternativa in sala di diversi materiali, tenendo conto attentamente anche del loro contenuto sonoro. Certi contenuti, originati per essere riprodotti nelle case, potrebbero avere grosse difficolta' nell’essere riprodotti in sistemi sonori diversi per la sicura perdita di molti riferimenti rispetto all’originale, fornendo risultati sonori fortemente insoddisfacenti. E’ il caso classico di un contenuto predisposto in 5+1 surround per un DVD o una trasmissione televisiva in DVB destinato ad un ascolto con un impianto domestico, quando venga riprodotto in un sistema dove l’angolazione degli altoparlanti e' completamente diversa, diversi sono l’ambiente di fruizione e la calibrazione degli altoparlanti: tutto cio' non garantendo che il prodotto originato venga correttamente riprodotto nel cinema. Tutto questo richiedera' anche un certo lavoro da parte dei creativi per generare nuovi contenuti, una collaborazione necessaria per avere una particolare cura nell’allestimento della colonna sonora in studio, nella calibratura dell’ambiente dove la colonna viene preparata in modo da assicurare la corretta riproduzione in sala, in altri termini un controllo esatto del come masterizzare per un corretto trasferimento verso la sala. In altre parole, vi e' un forte potenziale riguardante la capacita' e la flessibilita' con cui viene presentata in sala la colonna sonora. Ma bisogna essere molto cauti nel pensare che il suono per il Cinema Digitale sia automaticamente cosi' buono come il suono del film. Se non cerchiamo di seguire correttamente le procedure, non avremo i risultati che ci aspettiamo. Bisogna avere quindi chiaro il percorso da fare. La priorita' e' quindi quella di addivenire ad uno standard in accordo con le industrie per determinare le praticita' e mantenere la sicurezza che quanto il regista ha preparato sia cio' che gli spettatori sentiranno. Grazie. SMPTE – Bollettino della Sezione Italia c/o Franco Visintin e-mail : franco.visintin@smpte.it SMPTE website : http://www.smpte.org SMPTE-Italy website: http://www.smpte.it |